Produzione e ricezione sono gli assi portanti sui quali l’esperienza musicale si organizza, si definisce, si consuma. I due livelli si completano rigenerandosi l’uno nell’altro. La pienezza di un’esperienza musicale si attua quando il livello percettivo dell’opera – definito estesico da semiologi e musicologi, più comunemente individuato come livello dell’ascolto da pedagogisti e didatti – interagisce e si integra con il livello della sua struttura e costruzione, cosiddetto poietico o del fare operativo.
Questo secondo quaderno sull’ascolto pone quindi al centro la percezione dell’opera musicale indagata come forma del reale che si organizza nel tempo ed una sua interpretazione attraverso un atto (o condotta) di riformulazione del percepito.
Il tentativo che qui si compie è quello di individuare direzioni di significato degli ascolti proposti – direzioni molteplici e contraddittorie – per esaltarne complessità e ricchezze nella volontà di ribadire che l’autenticità di un’opera d’arte si stabilisce nel tentativo di non attenuarne volontariamente e razionalmente la pluralità dei significati. Con il termine significato (o in questa sede anche senso, senza farla troppo lunga con le sottili distinzioni semiologiche delle due parole) non si intendono solo le motivazioni con le quali l’oggetto artistico è stato concepito e fabbricato, ma anche le diverse dimensioni con cui l’ascoltatore è in grado di farsi condurre o di condursi, senza perdersi, attraverso l’ascolto.
In questa direzione le attività che verranno proposte agli allievi suggeriranno solo alcune delle possibili individuazioni di senso, senza che mai nessuna di queste azioni ne esaurisca nell’interezza il significato. È nostra convinzione, infatti, che un avvicinamento alla dimensione di completezza della comprensione delle opere analizzate si attui unicamente tramite l’intervento soggettivo, per indirizzare il quale il presente quaderno si limita a suggerire possibili orientamenti.
Individuare schemi di relazione, percepire cambiamenti e segmentazioni, ordinare i tempi del racconto musicale, associare atti corporali e strumentali alla musica, evidenziarne relazioni con altre dimensioni espressive, può a nostro avviso contribuire ad arricchire l’ascolto, non per educare ma per suggerire, non per spiegare ciò che spiegabile non è, ma per interpretare.
Le direzioni di lavoro che si coglieranno potranno far percepire quindi un percorso ambivalente: dall’ascolto alla produzione e dalla produzione all’ascolto, in un rimando continuo che sottolinea ancora una volta quanto l’atto di ricezione si conformi alla musica, ma, al tempo stesso, ne ricomponga a modo suo l’oggetto.
Non da ultimo, anche in questo quaderno si è cercato di mantenere sempre presente la dimensione del divertimento e del gioco, individuando questa finalità come una tra le principali a cui la musica deve tendere. Conservare il carattere ludico del fare e ascoltare musica ha per noi il significato di mantenere intatta quella che è la natura dell’esperienza musicale.
Il quaderno articola differenti proposte e attività a partire da brani del repertorio colto che vanno dal tardo rinascimento al novecento storico. Gli spazi a cui i vincoli editoriali costringono hanno delimitato le scelte a quest’ambito. La consapevolezza però di poter riversare gli orientamenti metodologici qui suggeriti su altri repertori (siano questi jazz, popular, tradizionali o etnici), ci spinge a sollecitare gli insegnanti e gli operatori che sceglieranno di utilizzare queste proposte a formulare itinerari didattici analoghi anche con altre musiche.
Come ogni altro quaderno della collana, anche questo articola le proposte secondo princìpi di complementarietà e di circolarità. Contenuti ed obiettivi sono stati scelti ed organizzati con la finalità di contribuire alla completezza di una formazione musicale di base. Seppur attraverso la dimensione privilegiata dell’ascolto, anche questo percorso si propone di sviluppare molte delle abilità musicali sollecitate negli altri quaderni quali la capacità di riconoscere, memorizzare, confrontare e riprodurre strutture espressive ed organizzative (temporali, melodiche, ritmiche, timbriche, dinamiche, agogiche), individuare rapporti tra sezioni, riconoscere e riutilizzare regole costruttive e cogliere dimensioni interpretative attraverso la correlazione di strutture, contesti e funzioni.
Gli ascolti individuati sono stati selezionati anche con il criterio di indagare e classificare, seppur in modo non approfondito, la suddivisione delle famiglie strumentali e di alcuni organici tipici del repertorio colto. La gradualità della difficoltà delle attività è stato il criterio con cui sono stati ordinati gli ascolti.
Le proposte qui contenute, insieme agli altri due quaderni della collana dedicati all’ascolto, tentano di offrire una pluralità di orientamenti per la comprensione dell’opera musicale.
Il quaderno è rivolto ad allievi che abbiano già alle spalle una minima conoscenza delle basilari strutture musicali. Si consiglia quindi di utilizzarlo negli ultimi anni dei corsi propedeutici o a partire dalla seconda media.