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György Ligeti lasciò l'Ungheria nel 1956 e divenne in breve tempo uno dei protagonisti della vita musicale contemporanea, conquistando con partiture come "Apparitions", "Atmosphères", "Volumina, "Lux aeterna" e "Lontano" un successo che varcava trionfalmente la cerchia un po' angusta degli adepti della "Nuova Musica". L'imponenza del successo suscitò paradossalmente anche un'ondata di diffidenza, che da tempo è rifluita lasciando emergere il profilo di un musicista straordinario. Il festival torinese di "Settembre Musica" gli ha dedicato un omaggio costituito da alcuni concerti, da un convegno di studi e infine da questo volume, nato dalla collaborazione tra la E.D.T. e l'Assessorato per la Cultura della Città di Torino. Fatta eccezione per alcuni contributi comparsi in riviste specializzate e un paio di monografie, l'una in tedesco e l'altra in inglese, la letteratura su ligeti era in Italia sostanzialmente assente: si è pensato così di offrire al lettore un'occasione di informazione ampia e articolata. Le testimonianze critiche rese nella prima parte da Enzo Restagno, Ivanka Stoianova, Ulrich Dibelius, Wolfgang Schreiber, Monika Lichtenfeld, Armando Gentilucci e Franco Donatoni, e gli ampi saggi dedicati nella seconda parte a ciascuna opera, fanno di questo libro un importante strumento di studio e di consultazione.