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Come si impara a leggere e scrivere la musica? E come le parole? Che valore attribuiscono i bambini di oggi, circondati da stimoli sonori di ogni tipo, ai segni grafici che si vedono intorno? Come associano gli stimoli sonori ai segni? A questi ed altri quesiti rispondono gli insegnanti autori del volume, avvalendosi dell'apporto culturale legato alle varie discipline di formazione (pedagogia, etnomusicologia, psicologia, composizione musicale). Attraverso la ricerca metodologica della didattica musicale, vengono ricercati attivamente i modi per condurre il bambino alla notazione musicale preservando l'entusiasmo dell'apprendimento. Esistono infatti "dei percorsi autonomi (e quasi sotterranei) che i bambini compiono verso la scrittura prima di essere alfabetizzati". Perché gli uomini, in epoche e culture diverse, hanno sentito e tuttora nutrono il bisogno di scrivere la musica? L'etnomusicologia conferma la necessità interculturale di una qualche forma di notazione: nelle culture orali, "l'organizzazione formale vive nel tempo, e quando si trasferisce in una dimensione spaziale lo fa non sulla pagina scritta, bensì nella danza o nel susseguirsi di certi movimenti rituali". La disciplina individua inoltre nell'apprendimento una delle principali funzioni che svolge la notazione. Siamo dunque "biologicamente" costretti a praticare "il famigerato" solfeggio come scoglio inevitabile al piacere di suonare uno strumento? Gli autori riservano ampio spazio al racconto delle esperienze in classe. Sorge spontaneo valorizzare l'intento pedagogico sotteso alle ricerche: cercare sempre, nei diversi modelli di notazione, i modi più appropriati di scoprire e far crescere la musicalità dei bambini e dei ragazzi.